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Gio Ponti: uno stile di vita

Nov 2022
Riya Patel
Gio Ponti: uno stile di vita

“Vivere alla Ponti” uno stile di vita che ha alimentato una carriera creativa di sei decenni

Questa definizione è legata alle case che il maestro architetto italiano progetta e arreda per se stesso e la sua famiglia a Milano in via Randaccio nel 1925, in via Brin nel ’35 ed infine nel 1956-57 in Via Dezza, a Milano. Questa ultima abitazione è una casa manifesto che incarna alla perfezione lo spirito inventivo di Ponti nei confronti di interni, mobili, illuminazione e arredi. Un vero deposito di invenzioni e vetrina della maestria affinata lavorando con i principali produttori europei negli anni precedenti. Nel 2012, Molteni&C inizia una collaborazione con la famiglia e l'archivio Ponti per far rivivere i pezzi chiave di questa casa ma anche altri progetti, testimoniando un continuo interesse nell'architetto e nei suoi progetti divenuti iconici.

Gio Ponti Archives / G.Casali
Gio Ponti Archives / G.Casali

Il percorso che lo conduce in Via Dezza inizia nel 1921, quando appena laureato al Politecnico di Milano inizia a progettare le ceramiche decorative che Ponti crea come direttore artistico di Richard Ginori (1923-33) Il vaso Prospettica (1923), ad esempio, gioca con la prospettiva e presenta una decorazione che raffigura celle impilate, ciascuna contenente un vaso o un oggetto.

Gio Ponti Archives / G.Casali Gio Ponti Archives / G.Casali
Gio Ponti Archives / G.Casali Gio Ponti Archives / G.Casali

Tuttavia, verso la fine degli anni '20, Ponti, sempre più interessato alla produzione industriale, intuisce il potenziale per rendere il design italiano famoso in tutto il mondo. Considerava le grandi mostre, come la Triennale, quali meccanismi per dettare nuovi standard nel settore e, nel 1928, fonda la rivista Domus per illustrare ad un tempo l’architettura e la sua idea di interni domestici. Seguendo questo filone di evoluzione, la collaborazione con Fontana Arte, a partire dal 1932, sembra segnare una svolta stilistica. La lampada minimalista Bilia è la semplice composizione di una sfera di vetro opalino su una base conica, successivamente prodotta in una gamma di colori primari brillanti. A partire dalle sue opere rivoluzionarie degli anni '30, lo stile di Ponti si fa sempre più visibilmente moderno, sempre espressione di gioco con colori, forme, texture e formati.

Negli anni '40, Ponti aggiunge nuovi supporti, conoscenze e stili alle sue opere di design, continuando a gestire il suo studio di architettura senza allontanarsi dalle attività di pittura, scrittura, pubblicazione e insegnamento La sua macchina per caffè espresso La Cornuta per La Pavoni (1948), di ispirazione futurista, rimanda agli strumenti a fiato eliminando la "carrozzeria" e riducendo l'apparecchio semplicemente a telaio, corpo e beccucci. Un approccio stilistico apparentemente diverso, tuttavia, si riscontra nello stesso periodo in una serie di progetti sgargianti in vetro per Venini. Il lampadario Gio Ponti 99.80 (1946) è caratterizzato da delicati bracci di vetro dai colori brillanti, ciascuno dei quali è realizzato con colori diversi e sostiene una piccola lampadina a vista su una base circolare in vetro con bordo a foggia di crinolina. Il contrasto tra i due approcci sottolinea la capacità di Ponti di conferire stile e carattere sia ai pezzi di lusso sia a normali elementi d'arredo, mentre due sedie all'inizio del decennio successivo - una realizzata nel 1950 da Giordano Chiesa su commissione privata, decorata con motivi a farfalla da Fornasetti, e la 646 detta Leggera realizzata per Cassina nel 1951 - mostrano con quanta abilità Ponti sapesse destreggiarsi tra arte e design industriale.

Gio Ponti Archives / S.Licitra Gio Ponti Archives / S.Licitra
Gio Ponti Archives / S.Licitra Gio Ponti Archives / S.Licitra

Quando si è trattato di dare vita alla residenza dell'architetto in via Dezza, era chiaro che non sarebbe stata una normale casa milanese. In un filmato realizzato per Molteni&C, le figlie di Ponti descrivono un ambiente saturo di colori caldi, pavimenti e soffitti a motivi geometrici e una qualità della luce che faceva percepire di essere vicini al mare, invece che nella realtà di una città compatta e trafficata. Il salotto, sviluppato attorno al caratteristico tavolino D.555.1 (1954-1955) dove discutere con artisti, designer e critici venuti in visita, conviveva col tavolo da pranzo nello stesso locale allestito con ampie finestrature arredate con pannelli, mensole e librerie. Questo appartamento di modeste dimensioni era stato studiato per la famiglia in modo che sembrasse infinito grazie all'uso di pareti pieghevoli. Il fascino del pieghevole e la semplicità d'uso di un unico piano si manifestano anche nel design di alcune posate realizzate da Ponti per Lino Sabattini presso Christofle (1956) e in una serie di personaggi in metallo realizzati con l'artigiano dello smalto Paolo De Poli, all'incirca nello stesso periodo: uccellini, mucche, pesci e altre figure ritagliati da una lastra piatta e poi piegati per poter rimanere in piedi da soli.

Ponti vivrà in Via Dezza fino alla sua morte, avvenuta nel 1979, dopo aver portato a termine un'enorme mole di lavoro che spazia da una semplice maniglia a un grattacielo, e verosimilmente tutto ciò che si trova nel mezzo. Negli ultimi anni ha lavorato a livello internazionale, approfondendo le sue idee sulla domesticità e tornando a collaborare con le aziende conosciute all'inizio della sua carriera. Non ha mai aderito a un unico stile, ma nel suo lavoro ha saputo reagire a idee, tecniche e capacità in continua evoluzione. Vivere alla Ponti non voleva essere una prescrizione, ma piuttosto un invito ad abbracciare uno stile di vita più individuale, con ispirazioni tratte da tutte le epoche e gli stili. È per questo motivo che ogni appassionato di architettura e design trova qualcosa da ammirare nella sua opera e nella sua vita.

Gio Ponti Archives / Petazzi Gio Ponti Archives / Petazzi
Gio Ponti Archives / G.Casali Gio Ponti Archives / G.Casali

Heritage collection -
Gio Ponti

La collezione Gio Ponti, che Molteni&C ha dedicato al grande designer, nasce nel 2012 in collaborazione con Gio Ponti Archives e gli eredi Ponti sotto la direzione artistica di Studio Cerri & Associati. Un tributo ad uno degli architetti più famosi del ventesimo secolo. Il lungo processo di ricerca, studio e selezione, condotto negli archivi con gli eredi Ponti, ha portato al rifacimento di oggetto storici creati dal grande designer per case private, progetti speciali o piccole serie, rispettando gli originali. Le novità sono state prodotte industrialmente, applicando le più recenti tecnologie, per aggiornarle, in linea con il concetto di living di Molteni&C.

Scopri la collezione heritage - gio ponti
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