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Pompei e oltre

Apr 2023
Joe Lloyd
Pompei e oltre

La Collezione 2023 di Molteni&C si ispira all'antica Roma di duemila anni fa, in particolare alla domus, la tipologia di abitazione prediletta dai Romani benestanti.


La domus era costruita attorno a un cortile centrale, l'atrio, con un'apertura sul soffitto o senza soffitto, per permettere al sole del Mediterraneo di penetrare all'interno. Le stanze principali della casa circondavano la corte, mentre le altre stanze e il giardino si trovavano sul retro. In questo modo, la domus stabiliva una connessione fluida tra interno ed esterno.

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Casa, peristilio di Pier Giulio Magistretti, Milano – PH Max Zambelli Casa, peristilio di Pier Giulio Magistretti, Milano – PH Max Zambelli
Casa, peristilio di Pier Giulio Magistretti, Milano – PH Max Zambelli Casa, peristilio di Pier Giulio Magistretti, Milano – PH Max Zambelli

Il luogo migliore per ammirare una domus è senz'altro Pompei. Nel 79 d.C., l'eruzione del Vesuvio seppellì l'antica città romana di Pompei. Le case, così come molti dei suoi abitanti, si sono conservati nella pietra per secoli. La tragedia vissuta dalla città ci ha permesso di avere una visione impareggiabile, seppur macabra, di come vivessero gli antichi Romani. "Non ritengo ci sia nulla di più interessante", scriveva Johann Wolfgang von Goethe nel 1787, mezzo secolo dopo l'inizio degli scavi.

Pompeii fresco, "Villa dei Misteri"
Pompeii fresco, "Villa dei Misteri"

Oggi Pompei è un'enorme attrazione turistica. Nel 2019, prima della pandemia, ha accolto 3,8 milioni di visitatori. Purtroppo, proprio come accadde agli sfortunati abitanti di Pompei, questo comporta il rischio di rendere il sito un luogo statico, pietrificato nel tempo, in cui riflettere sul passato. Oggi si cerca di contrastare questa stagnazione. Dapprima è stata organizzata una mostra nel 2017, Pompei@Madre, che, come ha raccontato la sua curatrice Stella Bottai, "ha indagato le possibili e molteplici relazioni tra patrimonio archeologico e ricerca contemporanea". Da qui è nato Pompeii Commitment, il primo programma di arte contemporanea a lungo termine presso il Parco Archeologico di Pompei, co-curato da Bottai. Inaugurato nel dicembre 2020, il programma comprende contributi digitali di vari artisti, una crescente collezione di arte contemporanea a Pompei e mostre fisiche. Una residenza digitale, attiva dallo scorso dicembre, invita artisti, designer e curatori a creare nuove opere da diffondere online.

“Desideriamo sollecitare professionisti con interessi e modi di lavorare diversi”


afferma Bottai

Allison Katz, Pompeii Circumstance (Milk glass), 2023, artist's poster shot in situ at the Archaeological Park of Pompeii, January 2023, Photo Amedeo Benestante. Courtesy the Artist and the Archaeological Park of Pompeii
Allison Katz, Pompeii Circumstance (Milk glass), 2023, artist's poster shot in situ at the Archaeological Park of Pompeii, January 2023, Photo Amedeo Benestante. Courtesy the Artist and the Archaeological Park of Pompeii

Il primo gruppo comprende, tra gli altri, lo studio di design italiano Formafantasma, l'esperto norvegese di profumi Sissel Tolaas e l'artista americana Rose Salane, il cui lavoro analizza i sistemi che modellano la vita urbana. L'artista cinese Miao Ying, invece, sta lavorando a un romanzo a fumetti generato dall'intelligenza artificiale di ChatGPT, basato su testi che includono libri romani e storie antiche e moderne di Pompei.

Il progetto “intende riconfigurare il sito archeologico di Pompei come punto di partenza di forme alternative di conoscenza”, afferma Bottai. Finora i partecipanti hanno esplorato Pompei come rappresentazione della fine e dell'inizio della narrazione, dei legami tra storie e storia e dell'importanza della testimonianza. Afferma inoltre: “Pompei non è solo una collezione di rovine, ma una vera e propria banca dati, continuamente aggiornata da nuove scoperte e studi critici, comprese informazioni testuali, visive e materiali che documentano lo stile di vita quotidiano nel lontano passato e la fenomenologia del sito stesso nel suo presente”.

Pompei | Atrio dell'antica villa Romana "san Marco in Stabiae" con impluvio e colonne Ioniche
Pompei | Atrio dell'antica villa Romana "san Marco in Stabiae" con impluvio e colonne Ioniche

Sempre a partire da Pompeii Commitment è nato anche l'Inventario, una serie di esplorazioni tematiche sulle impareggiabili collezioni archeologiche della città. "Lo definiamo un 'museo potenzialmente transdisciplinare', in grado di suddividere le materie archeologico in categorie tematiche e di documentarle attraverso la fotografia professionale", spiega Bottai. Finora sono stati eseguiti 46 inventari, che hanno riguardato argomenti come i galli nelle rappresentazioni di Pompei, i manufatti rubati e restituiti e il pane carbonizzato. Alcuni di essi offrono un'affascinante visione di Pompei come città romana abitata. Ci sono vetri di finestre, calderoni da cucina, brocche per il vino e bilance.

Alcune delle opere digitali presentate a Pompeii Commitment prendono in esame anche la vita quotidiana dei Romani. House of the Tragic Poet (2021), di Goshka Macuga, è un'animazione ambientata all'interno e all'esterno delle case di Pompei. La parola domus costituisce la radice delle parole domestico e domicilio. Per le classi più agiate, la domus fungeva da abitazione, da luogo di lavoro e persino da luogo di culto, con santuari dedicati alle divinità domestiche. I Romani hanno ereditato il concetto di hospitium (ospitalità) dagli antichi Greci e le loro case ospitavano spesso cene a base di fiumi di vino in grado di far sfigurare le più mondane feste di oggi.

Allison Katz – Pompeii Circumstance (Milk glass), 2023 – poster d'artista  – Courtesy l'Artista e il Parco Archeologico di Pompei Allison Katz – Pompeii Circumstance (Milk glass), 2023 – poster d'artista  – Courtesy l'Artista e il Parco Archeologico di Pompei

Molti ambienti di una domus - il tablinum (soggiorno), il triclinium (sala da pranzo) e i cubiculi (camere da letto) - rispecchiano quelli delle case moderne. A differenza di quanto facciamo noi, i Romani ornavano spesso le loro case con motivi elaborati e tinte esuberanti, con immagini di flora e fauna, divinità e putti, dipinti sull'intonaco. Goethe notò i "colori vivaci e allegri", ben lontani dagli stili più semplici e puliti che l'interior design contemporaneo predilige. Ma alcune cose restano invariate.

I Romani acquistavano mobili in legno, bronzo e marmo, spesso disposti in modo scarno nella stanza per favorire il senso dello spazio. Proprio come i loro discendenti contemporanei, i ricchi Romani cercavano arredi finemente lavorati con cui valorizzare i loro ambienti interni.

Pompeii Commitment cerca di portare alla luce e stringere i legami tra passato e presente.

“Per citare l'archeologo Salvatore Settis, il classico è un concetto del passato che si costruisce oggi, non intercettandone la staticità dei materiali, ma il dinamismo”


dice Bottai. Pompei può essere morta nel 79 d.C., ma rimane viva nello spirito dell'arte.

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