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90 Anni Di Molteni Mondo

Mar 2024
Ann Morgan
90 Anni Di Molteni Mondo

Quasi sempre, esistono storie molto affascinanti all’origine dei pezzi di design intramontabili.
Ma come possiamo raccontare la storia di migliaia di prodotti creati nei 90 anni di storia di Molteni&C, l'azienda italiana leader nel settore del design ancora guidata dalla famiglia Molteni?
Dopotutto, quale racconto potrebbe sintetizzare un marchio che si è fatto conoscere con pezzi celebri come il prototipo di cassettiera MHC.1 di Werner Blaser (1955) e la libreria MHC.2 di Yasuhiko Itoh’s (1959), e che ancora oggi continua a influenzare il dibattito globale sul design?

La famiglia Molteni e il CEO Marco Piscitelli sul set al Compound, Giussano, Brianza, Italia. Foto di Jeff Burton, tratta da Molteni Mondo, Rizzoli NY, 2024.
La famiglia Molteni e il CEO Marco Piscitelli sul set al Compound, Giussano, Brianza, Italia. Foto di Jeff Burton, tratta da Molteni Mondo, Rizzoli NY, 2024.

Vincent Van Duysen nell'ascensore merci con il divano Paul. Foto di Jeff Burton, tratta da Molteni Mondo, Rizzoli NY, 2024. Vincent Van Duysen nell'ascensore merci con il divano Paul. Foto di Jeff Burton, tratta da Molteni Mondo, Rizzoli NY, 2024.

La risposta è Molteni Mondo. Curato dallo statunitense Spencer Bailey, noto giornalista culturale, il libro raccoglie profili e le opinioni di alcuni tra i principali designer con cui l’azienda ha collaborato dall’anno della sua fondazione nel 1934 - tra cui Foster and Partners, Luca Meda, Aldo Rossi, Tobia Scarpa e Patricia Urquiola. Il volume invita a entrare nel mondo di Molteni&C attraverso un'intervista a Vincent van Duysen, direttore creativo dell'azienda dal 2016, una riflessione personale di Jean Nouvel sulla creazione della sua storica collezione Less (1994), e una serie di saggi sulla storia dell'azienda, i suoi ampi archivi e la sua ascesa alla ribalta internazionale.

Patricia Urquiola. Foto di Jeff Burton, tratta da Molteni Mondo, Rizzoli NY, 2024. Patricia Urquiola. Foto di Jeff Burton, tratta da Molteni Mondo, Rizzoli NY, 2024.
Tobia Scarpa presenta un'immagine delle sedie Meo (1981), progettate da lui e Afra Scarpa. Foto di Jeff Burton, da Molteni Mondo, Rizzoli NY, 2024. Tobia Scarpa presenta un'immagine delle sedie Meo (1981), progettate da lui e Afra Scarpa. Foto di Jeff Burton, da Molteni Mondo, Rizzoli NY, 2024.

Le parole da sole non sono in grado di catturare lo spirito di un'impresa costruita intorno al look and feel del design. Per raggiungere lo scopo, Molteni Mondo si è ispirato a un altro mezzo: il grande schermo. Con la direzione artistica dell'ex direttore creativo di Männer Vogue Beda Achermann e la fotografia cinematografica di Jeff Burton, il libro trasmette l'energia di un backstage di un documentario. La città di Giussano, sede del quartier generale di Molteni&C, è protagonista di questo film su carta. Attraverso l'obiettivo del libro, i lettori hanno la possibilità di apprezzare l’essenza speciale della Brianza e di comprendere le relazioni durature con i fornitori locali che hanno contribuito a mantenere alta la reputazione di eccellenza dell'azienda.

L’estratto che segue, tratto dalla postfazione del libro firmata dall'architetto Jacques Herzog - vincitore del premio Pritzker - ne sintetizza la forza. Insieme al partner creativo Pierre de Meuron, Herzog è stato a lungo celebrato per l'appropriazione di elementi di design tradizionali in contesti contemporanei e per l'uso originale di materiali naturali e lavorati. Qui scrive con toccante franchezza di come la ricerca dell'imperfezione abbia plasmato il suo lavoro e portato al lancio di Herzog & de Meuron Objects nel 2023, il singolare progetto che riunisce più di 600 pezzi disegnati dal suo studio dal 1988.

Scegliendo uno di questi oggetti - la poltrona in legno Porta Volta, progettata per la Biblioteca Nazionale di Israele nell'ambito di un progetto UniFor e prodotta da Molteni&C - Herzog accompagna il lettore nel rapporto con la sua creazione.

“Quando ci sei seduto, è come essere in uno spazio” scrive. “Puoi muoverti all'interno. Non obbliga a stare in una specifica posizione.”


Il pensiero alla base di Molteni Mondo è simile: il concetto è audace, ma l'esperienza di lettura è personale e può essere vissuta a proprio piacimento.

Postfazione

Di Jacques Herzog


Molteni è un'azienda sinonimo di qualità e tradizione. Ha collaborato con architetti come Gio Ponti e Ignazio Gardella, di cui rispetto il lavoro. L'Italia - un Paese spesso associato a scompiglio politico, economico e culturale - sopravvive piuttosto bene alle sue crisi, grazie anche a marchi forti e di rilevanza globale come Molteni, Feltrinelli e Prada, con cui lavoriamo da molti anni. Ogni volta la collaborazione è partecipativa e reale. Ed è interessante notare come tutte queste aziende siano ancora sotto la guida dalle famiglie fondatrici.

Il design come disciplina indipendente non mi ha mai interessato. Non mi sono mai sentito attratto dai suoi prodotti, fossero sedie, lampade o librerie. Al contrario, provavo una sorta di antipatia. Lo stesso vale anche per le automobili e gli aerei. Non riesco a spiegarmi questo fatto. Forse ha a che fare con il senso di perfezione insito in molti oggetti di design. E forse è per questo che mi sento più attratto dall'arte, dove spesso vedo più imperfezione, più spazio per la scoperta.

Agli inizi, Herzog & de Meuron puntava molto sulla scoperta, sull'imperfezione. Facevamo una sorta di bricolage, sperimentando strumenti tecnici come il video, e facevamo le cose con le nostre mani. Dovevamo trovare la nostra strada in un campo professionale dominato dal postmodernismo e dall'incombente decostruttivismo, con cui non ci identificavamo. Tra tutti i materiali che utilizzavamo all'epoca, il legno era quello che funzionava meglio perché era facile da reperire e avevamo le macchine e gli strumenti necessari per lavorarlo. Ci piaceva anche il fatto che - a metà degli anni Settanta - il legno fosse considerato "uncool" come materiale per l'architettura.

Jacques Herzog nel suo studio a Basilea, Svizzera. Foto di Jeff Burton, tratta da Molteni Mondo, Rizzoli NY, 2024.
Jacques Herzog nel suo studio a Basilea, Svizzera. Foto di Jeff Burton, tratta da Molteni Mondo, Rizzoli NY, 2024.

Nel nostro quartiere c'era un falegname che aveva un tornio per il legno. Di solito faceva cose piccole e spesso kitsch per i mobili d’epoca che riparava, ma era in grado di realizzare anche oggetti molto grandi, come le alte colonne preparate per il mio studio. È così che ho iniziato a produrre oggetti, utilizzando questa tecnologia ormai sorpassata. Ci ha permesso di fare cose con forme piuttosto improbabili, molti anni prima che le fresatrici a funzionamento digitale invadessero il paesaggio estetico dell'architettura e del design. Queste prime colonne in legno e installazioni possono essere considerate una sorta di apripista per gli oggetti e i mobili che produciamo da quando abbiamo lanciato H&dM Objects.

H&dM Objects illustra le attività del nostro laboratorio, dove un team di ingegneri e artigiani professionisti sviluppa prototipi per ogni tipo di uso, specifico e non, nel senso che questi ultimi non hanno una funzione predeterminata, ma potrebbero guidarci verso qualcosa di nuovo e inaspettato.

Modelli della sedia Porta Volta (2023) di Herzog & de Meuron. Foto di Jeff Burton, tratta da Molteni Mondo, Rizzoli NY, 2024. Modelli della sedia Porta Volta (2023) di Herzog & de Meuron. Foto di Jeff Burton, tratta da Molteni Mondo, Rizzoli NY, 2024.
Modelli della sedia Porta Volta (2023) di Herzog & de Meuron. Foto di Jeff Burton, tratta da Molteni Mondo, Rizzoli NY, 2024. Modelli della sedia Porta Volta (2023) di Herzog & de Meuron. Foto di Jeff Burton, tratta da Molteni Mondo, Rizzoli NY, 2024.
Herzog & de Meuron, sedia Porta Volta, 2003. Foto di Jeff Burton, tratta da Molteni Mondo, Rizzoli NY, 2024. Herzog & de Meuron, sedia Porta Volta, 2003. Foto di Jeff Burton, tratta da Molteni Mondo, Rizzoli NY, 2024.

Porta Volta è il nome che abbiamo dato a una poltrona in legno prodotta industrialmente da Molteni&C dopo averla sviluppata nel nostro laboratorio. Abbiamo realizzato molti prototipi prima di arrivare a un modello che fosse adatto alla produzione industriale e che potesse soddisfare tutti gli standard funzionali e di sicurezza. Di solito, mobili come sgabelli, tavoli e lampade sono frutto dei nostri progetti architettonici, creati in un contesto spaziale o programmatico preciso. Questa poltrona invece non aveva un contesto di questo tipo; era un pezzo per il quale non avevo ancora trovato una soluzione adeguata. Probabilmente non mi era abbastanza chiara la sua destinazione, ma un giorno ho fatto un bozzetto che poi abbiamo deciso di sviluppare ulteriormente. Il disegno mostrava una sedia composta da quattro tavole, tutte più o meno della stessa dimensione e a forma di U. Come ho detto in precedenza, non ho familiarità con un approccio professionale al design industriale, ma credo che questo l'abbia resa una vera e propria idea di design, una linea guida concettuale che immagino venga utilizzata dalla maggior parte dei designer quando iniziano a lavorare.

Ciò che mi piace della sedia Porta Volta sono le sue proporzioni e la sua ampiezza, che offrono una grande libertà di movimento. E mi piace soprattutto la versione lounge con le gambe più corte, che permettono di sedersi più in basso. In genere mi piacciono le sedie e i tavoli più bassi rispetto all'altezza standard: più vicini al pavimento, più lontani dal soffitto. Una percezione diversa - più radicata - dello spazio che ci circonda. Questo è particolarmente gratificante quando ci si siede in gruppo, conversando e scambiando opinioni.
Mi è capitato di sentirmi a disagio utilizzando le sedie e i tavoli di casa mia. Così ho deciso di accorciarne le gambe con una sega. Il design è spesso un po' troppo complicato, troppo pretenzioso, non pensate?

Basilea, gennaio 2024
Da Molteni Mondo, Rizzoli New York 2024

Main image: Cover of Molteni Mondo, Rizzoli NY 2004

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