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Una rappresentazione in due dimensioni, visiva e visuale, di una storia lunga quasi un secolo. È questa l’intenzione della mostra Museum 2D, a cura di Ron Gilad, con cui il Molteni Museum celebra 10 anni della sua fondazione, e più di 90 anni di Molteni&C, insieme alle altre aziende di Molteni Group. Dopo tanti oggetti, arredi, prototipi, dialoghi, una mostra fatta di carta e di carte, di immagini, statiche e in movimento, di parole, slogan e pagine pubblicitarie, di gadget e invenzioni.
A partire dall’aquilone realizzato in occasione del Salone del Mobile 1978, icona della mostra ed elemento che si moltiplica diventando installazione nel patio esterno del Museo, simbolo del gioco e della leggerezza dei bambini, quando tutto è ancora possibile.
Una mostra che racconta storie ma soprattutto personalità, una comunità di autori, art director, grafica, fotografi, pubblicitari, registi, e tanti altri ancora, che hanno contribuito, con la loro penna, il loro tratto e la loro visione, a interpretare e comunicare un universo di cose, a trasferirlo in altri segni e linguaggi, pronti a viaggiare per il mondo con l’immediatezza e la forza dell’immagine.
“L’immagine di un’azienda è un’aura che l’avvolge; è la rappresentazione indistinta e collettiva di una cosa tremendamente reale e dura. Si costituisce come una nebulosa che sta oltre i prodotti e la loro qualità e che trae alimento da una serie di eventi e iniziative. Nel caso di UniFor e Molteni si è formata in modo discreto e quasi silenzioso, attraverso una presenza pubblica cresciuta nel tempo, legata alle occasioni ma anche perseguita”
scrive l’architetto e critico Daniele Vitale nel testo del libro che, nel 2019, ha celebrato 50 anni di UniFor.
Una presenza che trova riscontro in questa mostra, attraverso tre canali principali: la parola; la fotografia e la grafica; i video e le installazioni multimediali.
Il primo presenta “pubblicazioni, giornali, fascicoli, piccoli libri, che non avevano o non avevano solo lo scopo di presentare mobili e realizzazioni. Erano discorsi sull’ufficio e sulla casa, sulla filosofia dell’arredamento e sulla storia degli oggetti. I prodotti venivano dopo e il collegamento era solo implicito. Con logiche simili, sono stati pubblicati molti altri giornali e fascicoli, legati ai Saloni del Mobile, a mostre di architetti, agli allestimenti realizzati da aziende del gruppo. È stata, a suo modo, una politica editoriale ricca di tanti episodi”.
Uno per tutti, il Giornalone del Salone, invenzione dell’art director e designer Luca Meda, che ha poi cambiato pelle fino a diventare quello che leggete, M Magazine. Un magazine che intercetta anche il secondo canale, la fotografia e la grafica.
“Quella dei giornali, dei fascicoli, dei piccoli libri era progettata da Felix Humm, bravissimo grafico svizzero”, prosegue Vitale. “La grafica svizzera è stata importante in Italia dagli anni cinquanta ai settanta e ha contagiato e si è sovrapposta a quella italiana. Humm ne è stato erede: ha ripreso per un verso il legame con la tipografia e la sua dimensione artigianale, per un altro il rapporto tra impaginazione e ricerca d’arte. UniFor, Molteni e Dada sono state in quegli anni, in modo discreto, un laboratorio sperimentale”.
Visual Art, ad esempio, è un progetto di committenza fotografica inaugurato nel 2006 e ideato da Cristiana Colli per il magazine, che ha visto protagonisti Antonio Biasiucci, Paola De Pietri, Olivo Barbieri, Francesco Jodice, Miro e Olimpia Zagnoli, Barbara Probst, Alessandra Spranzi, Davide Pizzigoni, Mario Carrieri, Botto&Bruno. Uno spazio di libertà autoriale che ha dialogato con ispirazioni fatte di luoghi, vetrine, mani al lavoro, oggetti della comunicazione, manufatti. Una collezione condivisa, accessibile, diffusa.
Sempre per la grafica, c’è l’evoluzione dei loghi, dal logotipo di Felix Humm per Molteni&C a quello di Studio Cerri per UniFor, fino al sistema di identità visiva Molteni Group, progettato da Nicola-Matteo Munari.
Poster, gadget e inviti raccontano le collaborazioni tra le aziende del Gruppo e gli architetti, i grafici, gli illustratori, l’art direction di Luca Meda per Molteni&C e Dada e quella di Pierluigi Cerri per UniFor, seguite poi da Vincent Van Duysen per Molteni&C/Dada dal 2016, e Studio Klass per UniFor/Citterio dal 2020. E poi, la pubblicità, con le campagne iconiche come “Dagli Appendini alle Ante” per il sistema 7volte7, e quella del Sistema Copernico: una vera e propria rivoluzione.
Infine, per venire al terzo canale, ancora prima dell’era dei social network, sono arrivati le installazioni multimediali, i progetti digitali e i video. Nel set dell’esposizione di Giussano, gli spettatori hanno assistito in diretta nel 2007 a La vita in un armadio, la performance teatrale interpretata da Anna Galiena con la scenografia di Margherita Palli, dedicata a sei grandi donne del '900, i loro armadi, le passioni di una vita: Evita Peron, Elisabetta II d'Inghilterra, Frida Kahlo, Marguerite Yourcenar, Maria Callas, Marilyn Monroe.
E poi, nel 2018, nel parco del Compound, all’anteprima di White Noise, il corto di Beniamino Barrese e Mattia Colombo, che rende omaggio a Venezia, a Carlo Scarpa, e a uno degli elementi essenziali della sua architettura, l’acqua.
Con la moltiplicazione dei linguaggi e dei social, tanti sono i progetti che hanno invaso la rete. House of Molteni, per esempio, è la serie web in due stagioni dedicata a case che si aprono, persone che si raccontano, storie che si scrivono: è l’offline della vita vera che diventa l’online della vita condivisa, social.
Museum 2D
A cura di Ron Gilad
Dal 2 marzo 2025
Molteni Museum
Molteni&C Headquarter
Via Rossini 50, Giussano (MB)
L’eleganza cruda del minerale e della terra nella nuova mostra Elemental a cura di KALPA, presso il Pavilion progettato da Vincent Van Duysen
Per celebrare i 90 anni di Molteni&C, Rizzoli New York pubblica ‘Molt eni Mondo - An Italian Design Story’, disponibile in tutto il mondo da settembre 2024.
The mural is an art form that engages directly with space.
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