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Architetto e designer fiammingo, Vincent Van Duysen vive ad Anversa con due bassotti, in una casa-manifesto, fatta di luce, penombra e toni delicati, che si accendono di ricordi e improvvise fiammate - una scultura, un libro, una fotografia. Rigorosa ma accogliente, come il suo stile.
“Ho cercato di riportare le cose alla loro essenza”, dichiara, “senza rinunciare al comfort e all’anima della casa”. Per Van Duysen, che si definisce un perfezionista, il progetto è interazione con le persone e il contesto. E anche gli oggetti di design derivano e richiamano le sue architetture. Come l’armadio disegnato nel 2015, in tante varianti, per Molteni&C, Gliss Master, che si ispira alla sua casa e all’ossessione di nascondere tutto nelle pareti.
Come il progetto di allestimento per lo stand al Salone del Mobile 2016. L’eleganza, sobria e discreta, è quella delle grandi dimore, ricorda Villa Necchi Campiglio a Milano, disegnata da Piero Portaluppi, con i giardini segreti e il patio, dove la luce fluisce morbida.
Gli abitanti e gli arredi sono i veri protagonisti. Ma, come Villa Necchi, è anche una sofisticata oasi nel centro della città, dove risalta la bellezza dei tessuti e dei materiali. “Penso che portare il giardino dentro casa sia anche darle ossigeno, aria e freschezza”, dice, “e creare un’interazione tra interno ed esterno, come ho fatto nello stand Molteni, ispirandomi alle orangerie, ai giardini d’inverno dove convivono installazioni floreali e arredi”.
I maestri della pittura fiamminga sono i riferimenti dei tre nuovi prodotti disegnati quest’anno. Paul è un sistema di sedute di diverse dimensioni, modulari, senza tempo, sensuali e comodi, classici ma molto moderni e multifunzionali.
I colori sono neutri, derivati dalla natura e dalla cultura fiamminga, insieme al verde, scelto per la sua freschezza. Quinten è una collezione di madie, architetture domestiche molto funzionali, che fondono vari materiali - metalli, legno, lacche - in colori controllati. “God is in the details”, dice. Jan sono tavolini dalle proporzioni esatte, combinabili con qualsiasi pezzo della collezione Molteni. La prima cucina disegnata per Dada, Hi-Line VVD, reinterpreta un best-seller.
“Non ho voluto reinventare la cucina ma ripensare la tradizione in un modo molto moderno e architettonico. Questo è il centro della vita familiare, perciò tutto si gioca sull’ergonomia e la funzionalità, non è mai un prodotto industriale ma un progetto domestico che deve essere ingegnerizzato”.
Da qui l’attenzione ai dettagli inaspettati, ai materiali naturali, come le pietre e le essenze e ai metalli non trattati, con una patina. Una cucina che ricorda la grandiosità degli ambienti tradizionali, con i carrelli e le mensole a vista. Perché contano sempre le emozioni e l’anima. “In fondo”, dice, “in ogni progetto, si tratta di creare uno spazio bello, uno spazio per la contemplazione, dove fuggire lo stress e sentirsi protetti. Penso che la protezione sia molto importante, per noi esseri umani, ed è quello che cerco di tradurre nelle mie architetture e nei progetti di design”.
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Le cucine sono spazi quotidiani che esistono per soddisfare un obiettivo funzionale immediato. Quando ben progettate, sono estremamente funzionali alla comoda preparazione dei cibi.
Nel centro di Milano, a pochi passi dal Duomo, si trova Villa Necchi Campiglio, progettata da Piero Portaluppi (1888-1967) per la famiglia Necchi Campiglio tra il 1932 e il 1935.
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