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Una storia già scritta, la creatività?
No, se a interpretarla sono Vivienne Westwood e Molteni&C. Classici con ironia british. Esclusivi ma non elitari. Cosmopoliti e all’avanguardia. In comune, passioni e progetti: arte, cultura, curiosità e memoria. Un linguaggio e uno stile. Molteni&C, interprete del design contemporaneo, per la prima volta accanto a un’icona della moda.
Per un omaggio alla carriera di Vivienne Westwood nella retrospettiva che, dopo il grande successo al Victoria & Albert Museum di Londra, è arrivata a Palazzo Reale di Milano. Molteni&C ha partecipato all’evento con “incursioni” di design nel percorso espositivo della mostra: con Freestyle e Zim, il sistema di sedute disegnato da Ferruccio Laviani e la sedia di Luca Meda. Versatili e aperte ai cambiamenti, Freestyle e Zim sono così: anticonformiste senza trasgressioni.
E per l’occasione indossano le creazioni di Vivienne Westwood: i tessuti Rubbish in edizione speciale per Zim e Squiggle nero su fondo antracite per Freestyle. Anche la sedia Glovedi Patricia Urquiola è vestita con gli scarti eleganti della fashion designer. Arredi come abiti. Da guardare e da vivere.
Ci racconti la sua collaborazione con Molteni&C.
Se mi chiede di queste sedie, vorrei sapere se si possono comprare perché sono davvero molto belle.
Io ho solo messo il tessuto, abbiamo scelto questa forma perché funziona bene con questa stampa. Quando creo una stampa per tessuti, questa può essere usata indifferentemente per una cravatta, una sedia o un asciugamano.
In questa occasione, sono proprio contenta di vedere il mio tessuto su queste sedie. Sono proprio dei bei pezzi di spazzatura....
Nel senso che sono un’opera d’arte sul tema della spazzatura
Le interessa il design, indipendentemente dalla moda?
Non so se mi interessa il design in sé, però mi piacerebbe che qualcuno disegnasse luci davvero innovative, perché credo che la cosa più difficile sia progettare un’illuminazione bella, funzionale, ma soprattutto nuova. Ad ogni modo per la mia casa preferisco oggetti antichi.
Pochi, perché non ho l’indole del collezionista. Ma c’è una cosa che amo e che per me è molto importante: le lenzuola, che devono essere meravigliose.
Ho anche un paio di vasi cinesi che adoro, mi ricordano dei giardini, non lo so, credo mi piaccia mettere insieme le cose. Sì, è importante circondarsi di cose belle, la comodità è fondamentale.
Per questo sono importanti le luci e i tappeti.
Da dove è nata l’idea di un tessuto simile a spazzatura?
Io mi occupo di moda, un ambito in cui lavorano le donne più belle del mondo. Ci è sembrata un’idea fantastica quella di vestire queste donne con una fantasia che ricordasse la spazzatura, come se fossero appena uscite da un cassonetto. Così un giorno ho sparso sul pavimento alcuni ritagli con le tipiche istruzioni scritte sui pacchi, come “fragile”, “alto”, “non piegare”, i cordini e la carta da pacchi, e ho fatto salire su una scala mio figlio che li ha fotografati dall’alto.
Da questa foto è nata la stampa.
È molto seducente, perché è molto tattile, proprio perché i materiali fotografati sono molto tattili. Anche il colore è bello, non è troppo appariscente, è rilassante. Queste sedie sono un oggetto in cui è bello abbandonarsi.
È bello sedersi nell’involucro dell’immondizia. E penso davvero che i mobili che avete disegnato siano molto belli.
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