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L’IMPORTANTE è CHE GIRI!

Apr 2016
Cristiana Colli
L’IMPORTANTE è CHE GIRI!

Artesias, un tavolo rotondo dalle dimensioni generose, caratterizzato da una base centrale che ricorda il cactus da cui prende il nome. È, infatti, composta da sei pannelli in legno curvato, a forma di spicchio, applicati a sbalzo sul plinto centrale.

I pannelli sono realizzati con la particolare tecnica dello stampaggio 3d. Il piano (160 o 180 cm), dal bordo arrotondato, nella versione in essenza è suddiviso in quattro spicchi che danno luogo a un interessante disegno geometrico. Asterias dispone inoltre di un pratico accessorio: un piatto girevole centrale (Lazy Susan), molto apprezzato nei paesi asiatici.

Ha raccontato l’Oriente che dal passato millenario diventava ipermodernità spinta, cortocircuito, energia dirompente; ha ascoltato la conoscenza dei sinologi; ha sperimentato la tecnica del fuoco selettivo che smaterializza, rende concettuale, trasforma in astrazione e modello ogni rappresentazione.

Nelle immagini di Olivo Barbieri c’è l’intelligenza della composizione, la libertà dei salti linguistici, la coabitazione dei significati e delle estetiche, il disassamento del tempo e della storia - trattenuto in un flipper, in una vista notturna, in una visione dall’alto in volo. Così la densità del mondo e di quell’Oriente interiore atterra su un tavolo e lo attiva - con la mobilità potenziata che accoglie nutrimenti rotanti e psicologie che scombussolano i commensali.

Al centro della scena orizzontale, statico e totemico nella rarefazione lattiginosa dello spazio, quel tavolo ospita il ribaltamento, lo scambio tra proporzioni e percezioni, il processo di ri-composizione infinita dei punti di fuoco. Avvolto e guidato da una presenza verticale dinamica, un’astrazione in bianco e nero che accarezza la superficie che si fa schermo, possibile convivio, comunità. Nel movimento circolare infinito, nel dialogo siderale tra i bianchi, irrompe un sentimento intimo, domestico, il marrone dell’imballaggio, il cartone come tappeto e ancoraggio, rimembranza guscio e memoria di tanti arrivi e partenze.

Olivo Barbieri

È tra gli artisti italiani più celebrati in ambito internazionale. Dal 1971 si occupa di immagini: realizza Flippers 1977-1978, e nel 1984 partecipa a Viaggio in Italia- Bari 1984. Nei primi anni Ottanta inizia la serie sull’illuminazione artificiale nelle città europee e orientali, e dal 1989 viaggia costantemente in Oriente, soprattutto in Cina, sviluppando una ricerca - ancora in corso - sui grandi cambiamenti e la loro rappresentazione.

Nel 1996 il Folkwang Museum di Essen gli dedica la prima retrospettiva. Dalla metà degli anni Novanta adotta una tecnica fotografica che gli permette di mantenere a fuoco solo alcuni punti dell’immagine. Nel 2003 inizia il progetto site specific che coinvolge 40 città nel mondo. Le serie site specific (2003-2013), Parks (2003-2014), Real Words (2008-2013), Images (1978-2007), Virtual Truths (1996-2002) e Artificial Illuminations (1980-2014) hanno in comune la riflessione sulla quantità di realtà presente nel nostro sistema di vita, sulla sua percezione e comprensione. Nel 2015 realizza il film La Città Perfetta, presentato alla retrospettiva Olivo Barbieri. Images 1978-2014 al MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo.

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